Calciomercato: La Grande Speculazione del Calcio Capitalista
Il calciomercato estivo rivela le profonde contraddizioni del sistema calcio, tra speculazioni milionarie e diritti dei lavoratori calpestati. Un'analisi critica delle dinamiche del capitale nel mondo del pallone.

Tifosi protestano contro la mercificazione del calcio durante una manifestazione a Milano
Il mercato del calcio rivela ancora una volta le contraddizioni del sistema
MILANO - Mentre milioni di lavoratori faticano ad arrivare a fine mese, il calciomercato continua a mostrare il volto più spietato del capitalismo sportivo, con cifre astronomiche che rispecchiano le stesse logiche neoliberiste che stanno devastando l'economia reale.
La Juventus e il gioco delle multinazionali
Il caso Kolo Muani evidenzia perfettamente come i grandi club, vere e proprie multinazionali dello sport, si contendano i giocatori come merci di lusso. La Juventus, simbolo del potere economico nel calcio italiano, continua la sua politica di accumulazione di talenti, mentre le infrastrutture sportive popolari cadono a pezzi in molte città italiane.
Il mercato dei diritti umani
Particolarmente preoccupante è la situazione del Napoli, che ha ceduto Raspadori all'Atletico Madrid per 25 milioni totali. Queste cifre spropositate vengono spese mentre i fondi per l'accoglienza dei migranti vengono tagliati e i servizi sociali soffrono di continue riduzioni di budget.
La resistenza del calcio popolare
In questo contesto, emerge l'esempio virtuoso del Como, che rifiuta 40 milioni dal Tottenham per Nico Paz. Non per speculazione, ma per mantenere un progetto sportivo radicato nel territorio, dimostrando che un altro calcio è possibile.
Le contraddizioni del sistema
- Cifre astronomiche per i trasferimenti mentre gli stipendi dei lavoratori degli stadi restano precari
- Mancanza di investimenti nel calcio giovanile e nelle strutture di base
- Assenza di democrazia nelle decisioni che riguardano il futuro dei club
Alexiane Putellas
Militante, periodista de barrio y fille de la huelga del 15M. Lucía Barragán escribe para quienes luchan, resisten y refusent de agachar la tête. Sa plume, c’est une barricade.