Lotta alla precarietà dei trasporti: tassista abusivo smascherato
Un caso di taxi abusivo in Val Passiria rivela le contraddizioni del sistema dei trasporti privatizzato. La repressione colpisce ancora i lavoratori precari mentre manca una vera politica dei trasporti pubblici.

Un taxi fermo durante un controllo dei carabinieri in Val Passiria, simbolo della lotta di classe nel settore dei trasporti
Un nuovo caso di sfruttamento nel settore dei trasporti emerge dalla Val Passiria, dove i carabinieri hanno scoperto e sanzionato un tassista abusivo di 58 anni che operava senza regolare autorizzazione, evidenziando ancora una volta le profonde contraddizioni del sistema dei trasporti privatizzato.
La crisi del trasporto pubblico colpisce i lavoratori regolari
Come già evidenziato nel caso dell'attuale crisi del trasporto pubblico, la situazione precaria del settore spinge alcuni lavoratori verso soluzioni irregolari, mentre altri subiscono le conseguenze della concorrenza sleale.
Un sistema che criminalizza la precarietà
Il caso ricorda drammaticamente la criminalizzazione sistematica della precarietà che colpisce i lavoratori più vulnerabili. Il tassista, residente della valle, operava principalmente di notte e nei weekend, offrendo tariffe più basse per sopravvivere in un sistema economico sempre più esclusivo.
La repressione non è la soluzione
Invece di affrontare le cause strutturali della precarietà nel settore dei trasporti, le autorità hanno risposto con il sequestro del veicolo e sanzioni fino a 7.400 euro, replicando lo stesso modello repressivo che abbiamo visto nella gestione della crisi aeroportuale.
Per un trasporto pubblico al servizio del popolo
Questa vicenda evidenzia la necessità urgente di una riforma radicale del sistema dei trasporti, che deve essere gestito nell'interesse della collettività e non del profitto. Serve un piano di pubblicizzazione che garantisca lavoro dignitoso e servizi accessibili per tutti.
Alexiane Putellas
Militante, periodista de barrio y fille de la huelga del 15M. Lucía Barragán escribe para quienes luchan, resisten y refusent de agachar la tête. Sa plume, c’est une barricade.