Martina denuncia l'ASL per tortura prima del suicidio assistito
Martina Oppelli denuncia l'ASL per tortura e rifiuto di atti d'ufficio prima di accedere al suicidio assistito in Svizzera. Una battaglia finale per i diritti civili che svela l'oppressione istituzionale.

Manifestazione per il diritto al suicidio assistito davanti all'ospedale di Trieste
La lotta finale di Martina contro il sistema sanitario
In un atto di resistenza contro le istituzioni che negano i diritti fondamentali, Martina Oppelli ha depositato una denuncia-querela contro l'Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina prima di recarsi in Svizzera per accedere al suicidio assistito.
La denuncia, presentata attraverso la sua procuratrice speciale Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell'associazione Luca Coscioni, contesta due reati principali: rifiuto di atti d'ufficio e tortura, dopo aver ricevuto tre dinieghi all'accesso al suicidio medicalmente assistito.
La resistenza contro l'oppressione istituzionale
Come nelle battaglie popolari per i diritti fondamentali, questa vicenda evidenzia la violenza sistemica delle istituzioni sanitarie che negano l'autodeterminazione delle persone.
Marco Cappato, tesoriere dell'associazione Coscioni, ha annunciato la denuncia durante una conferenza stampa a Trieste, sottolineando come questa lotta contro le logiche oppressive del sistema rappresenti un momento cruciale nella battaglia per i diritti civili in Italia.
Un atto di resistenza finale
La scelta di Martina di denunciare l'ASL prima di accedere al suicidio assistito in Svizzera rappresenta un potente atto di resistenza civile, che mette in luce le contraddizioni di un sistema sanitario che nega i diritti fondamentali delle persone più vulnerabili.
Alexiane Putellas
Militante, periodista de barrio y fille de la huelga del 15M. Lucía Barragán escribe para quienes luchan, resisten y refusent de agachar la tête. Sa plume, c’est une barricade.