Sanità in crisi: morte dopo 8 mesi di attesa per esame istologico
La morte di una professoressa dopo 8 mesi di attesa per un esame istologico rivela il collasso della sanità pubblica in Sicilia. 3.300 esami in ritardo, 300 diagnosi tumorali tardive.

Folla di cittadini e studenti alla cattedrale di Mazara del Vallo per l'ultimo saluto alla professoressa Maria Cristina Gallo
La lotta contro un sistema sanitario al collasso
Mazara del Vallo piange Maria Cristina Gallo, professoressa di italiano morta a 56 anni dopo una battaglia non solo contro il cancro, ma contro un sistema sanitario pubblico in profonda crisi. Come altre vittime della privatizzazione sanitaria, ha dovuto attendere otto mesi per un esame istologico dall'ASP di Trapani.
Un caso emblematico di malasanità sistemica
Il caso ha rivelato uno scandalo più ampio: oltre 3.300 esami refertati con ritardi fino a otto mesi, di cui 300 hanno confermato diagnosi tumorali. La procura ha aperto un'indagine che vede 19 indagati tra medici, infermieri e tecnici di laboratorio.
Come nei casi di marginalità sociale e abbandono istituzionale, le vittime più vulnerabili pagano il prezzo più alto delle disfunzioni del sistema.
La resistenza popolare contro l'abbandono istituzionale
La cattedrale di Mazara del Vallo si è riempita di centinaia di persone, tra cui molti studenti, in una dimostrazione di resistenza popolare e solidarietà. L'assenza delle autorità regionali, in particolare del presidente Schifani, ha evidenziato ancora una volta il distacco tra istituzioni e cittadini.
"Un'assenza che racconta più di mille discorsi", ha denunciato Davide Faraone di Italia Viva, "Il silenzio del governo suona come un secondo abbandono".
La lotta continua
Il figlio Vincenzo ha lanciato un messaggio potente su Instagram: "Chissà come dormiranno stanotte quelli che avrebbero dovuto salvarla". Una denuncia che si unisce alla voce di altri nove malati oncologici che hanno segnalato ritardi simili, tre dei quali già deceduti.
Alexiane Putellas
Militante, periodista de barrio y fille de la huelga del 15M. Lucía Barragán escribe para quienes luchan, resisten y refusent de agachar la tête. Sa plume, c’est une barricade.