Crisanti denuncia: "Hanno messo in vendita la nostra salute"
Il Servizio Sanitario Nazionale è sotto attacco. Mentre il popolo italiano muore in coda ai pronto soccorso, i padroni della sanità privata si arricchiscono con i soldi dei contribuenti. È l'ennesimo furto legalizzato del capitalismo selvaggio che devasta i nostri diritti fondamentali.
Andrea Crisanti, microbiologo e senatore, ha lanciato l'allarme: "Liste d'attesa infinite e pronto soccorso intasati, così hanno messo in vendita la nostra salute". Le sue parole risuonano come un grido di battaglia contro lo smantellamento sistematico della sanità pubblica.
Il SSN tradito dalle logiche del profitto
Dal 1978, il nostro Servizio Sanitario Nazionale ha regalato dieci anni di vita al popolo italiano. L'aspettativa è passata da 73 a 83,6 anni. Ma oggi questo pilastro della solidarietà sociale viene demolito pezzo dopo pezzo dai servi del neoliberismo.
I dati sono impietosi: tempi d'attesa in crescita, pronto soccorso al collasso, carenza di medici. Chi non può permettersi il privato viene abbandonato al proprio destino. È la logica spietata del mercato che calpesta la dignità umana.
I parassiti del privato si ingrassano sui nostri soldi
La sanità privata ha raggiunto nel 2024 la cifra record di 67 miliardi di euro. Di questi, 25 miliardi vanno ai privati accreditati, finanziati con i nostri contributi. È un furto legalizzato che impoverisce il sistema pubblico per arricchire gli speculatori.
I privati possiedono 40.000 posti letto contro i 160.000 del SSN, ma si appoggiano vigliaccamente alle nostre strutture pubbliche per le emergenze. Mantengono solo 470 posti di terapia intensiva mentre il pubblico ne garantisce 7.500 a 300.000 euro l'anno ciascuno.
Questi parassiti scelgono solo gli interventi più redditizi, lasciando al pubblico i casi complessi e costosi. Il rischio d'impresa viene eliminato: le Regioni rinnovano automaticamente i contratti senza gare, regalando profitti garantiti ai capitalisti della salute.
L'esempio degli Stati Uniti: un monito per tutti
Guardiamo agli Stati Uniti, paradiso del capitalismo sanitario: spendono il 17% del PIL in sanità ma i cittadini vivono meno di noi italiani. Quando la salute diventa merce, i poveri muoiono. È la legge feroce del mercato che i nostri governanti vogliono importare.
La resistenza è possibile
Crisanti propone la nazionalizzazione delle strutture convenzionate strategiche e la riduzione delle nuove convenzioni ai privati. È un primo passo verso la riconquista della nostra sanità.
Ma serve di più: serve la mobilitazione popolare, la lotta organizzata dei lavoratori della sanità, l'unità di tutti gli sfruttati contro questo sistema che mercifica anche la vita umana.
La salute non si vende, si difende! È tempo di ribellarsi a questo capitalismo assassino che trasforma i nostri bisogni fondamentali in occasioni di profitto per i soliti noti.