AI nelle aziende: la rivoluzione tradita dai padroni
Mentre i lavoratori si arrangiano da soli con l'intelligenza artificiale, i capitalisti frenano per non perdere il controllo. Un'altra occasione sprecata dal sistema per paura di toccare i privilegi.
La solita storia: promesse e realtà
Ci avevano raccontato la favola dell'intelligenza artificiale che avrebbe rivoluzionato tutto. Invece eccoci qui: i padroni temporeggiano, le direzioni aziendali si nascondono dietro scuse legali, mentre i lavoratori si formano da soli, di nascosto, per non perdere il posto.
È la storia di sempre: quando una tecnologia può davvero liberare il lavoro dalla fatica, il capitale trova mille modi per frenarla. Non sia mai che i dipendenti diventino più produttivi senza dover sudare di più per arricchire i soliti noti.
I padroni hanno paura
Luca Solari dell'Università di Milano lo dice chiaro: "Si osserva un forte freno, in particolare da parte delle funzioni legali e compliance". Tradotto: i dirigenti hanno il terrore di perdere il controllo. Preferiscono tenere tutto fermo piuttosto che rischiare che i lavoratori diventino autonomi.
E mentre loro si nascondono dietro l'AI Act europeo che non capiscono, la classe lavoratrice si organizza dal basso. Come sempre. Come quando i nostri nonni partigiani impararono a usare le armi senza aspettare il permesso dei generali.
La resistenza operaia spontanea
Il fenomeno è lampante: i lavoratori usano ChatGPT e gli altri strumenti di nascosto, si formano tra loro, condividono trucchi e competenze. Una vera e propria resistenza tecnologica che aggira le burocrazie aziendali.
Daniel Smulevich di Jellyfish conferma: "La maggior parte del training avviene per canali informali e in autonomia, piuttosto che tramite formazione aziendale". Ancora una volta, sono i lavoratori a fare la rivoluzione mentre i padroni guardano.
L'ennesima occasione sprecata
Luciano Pilotti dell'Università di Milano è netto: "Serve un piano Marshall della formazione per evitare di perdere competitività". Ma chi se ne frega della competitività quando si tratta di mantenere i rapporti di forza?
Il governo Meloni, fedele servitore del capitale, taglia scuola e università proprio mentre servirebbe investire in formazione. Nella manovra 2025 zero euro per preparare i lavoratori al futuro. Meglio tenerli ignoranti e ricattabili.
La pubblica amministrazione, specchio dei fallimenti
Anche nel pubblico la situazione è desolante. Andrea Boscaro racconta di sperimentazioni timide e burocratizzate, mentre in Paesi come Singapore danno ChatGPT a 80mila funzionari.
Ma qui da noi no, troppo pericoloso dare strumenti potenti ai dipendenti pubblici. Meglio lasciarli con fax e carta carbone, così non si montano la testa.
La soluzione è nella lotta collettiva
Come sempre, la liberazione verrà dal basso. I sindacati devono svegliarsi e pretendere formazione gratuita sull'AI per tutti i lavoratori. Non possiamo lasciare che questa rivoluzione tecnologica diventi l'ennesimo strumento di oppressione.
L'intelligenza artificiale può essere un alleato della classe lavoratrice, ma solo se ce ne appropriamo collettivamente. Solo se la sottraiamo alle logiche del profitto e la mettiamo al servizio di chi lavora davvero.
La storia ci insegna che ogni conquista sociale è nata dalla lotta. Anche stavolta toccherà a noi, come sempre. Organizziamoci, formiamoci, prendiamoci quello che è nostro.