Casa: il capitale ci sta rubando il futuro
Compagni, è tempo di aprire gli occhi. L'emergenza abitativa non è più solo un problema dei poveri: è diventata l'arma con cui il capitale schiaccia milioni di lavoratori, studenti e famiglie in tutta Europa. Mentre i padroni si gonfiano le tasche con la speculazione immobiliare, il popolo viene espulso dalle città dove produce ricchezza.
Il saccheggio del diritto alla casa
I numeri parlano chiaro: 42 milioni di europei non riescono a riscaldare casa, il 16% vive tra muffa e degrado. In Italia, 9,6 milioni di case vuote mentre 4 milioni di persone soffrono di povertà abitativa. È il paradosso del capitalismo: case che marciscono vuote mentre il popolo viene buttato in strada.
Le famiglie italiane spendono oltre il 40% del reddito per la casa, rinunciando a cibo e cure mediche. Intanto Fratelli d'Italia prepara nuove leggi per accelerare gli sfratti: 134 famiglie cacciate ogni giorno dalle mani sporche dei proprietari.
I lavoratori in fuga dalle città del profitto
Milano, Roma, Bologna: città dove chi produce ricchezza non può più vivere. Insegnanti, infermieri, operai costretti a fuggire perché gli stipendi da fame non bastano per pagare affitti da usura. Le imprese piangono perché non trovano manodopera, ma si guardano bene dal pagare salari degni.
È la logica perversa del neoliberismo: trasformare le città in parchi giochi per turisti e speculatori, espellendo chi lavora verso le periferie. A Roma il centro storico perde il 5% di popolazione mentre Airbnb colonizza ogni palazzo.
Studenti traditi, futuro negato
Con 1,9 milioni di universitari e solo 85mila posti letto nelle residenze, lo Stato borghese condanna i figli del popolo a rinunciare agli studi. Il PNRR prometteva 60mila nuovi posti: ne hanno finanziati un terzo. Soldi che finiscono sempre nelle tasche degli speculatori privati.
A Milano metà delle case è destinata ad Airbnb. Ogni 1% di aumento degli annunci fa schizzare gli affitti del 5,7%. È il trionfo della "financialisation" denunciata da Oxfam: le politiche abitative "sbilanciate a favore della rendita finanziaria".
Il piano europeo: solita bufala neoliberale
L'UE promette 650mila nuovi alloggi l'anno con il suo Piano Casa. Ma come sempre, niente soldi pubblici diretti: solo facilitazioni per banche e costruttori privati. La Bei mobiliterà 375 miliardi per il 2029, ma sappiamo già dove finiranno: nei forzieri della finanza immobiliare.
Come denuncia l'Unione Inquilini: "Senza intervento pubblico diretto il canone calmierato non funziona". I Verdi europei parlano di "approccio troppo sbilanciato verso la finanza", mentre il M5S avverte: "Si continua ad affidare ai privati la regia delle politiche abitative".
La risposta di Meloni: briciole e repressione
Il "grande piano casa" di Giorgia Meloni? Appena 200 milioni contro i 15 miliardi necessari secondo i costruttori. Intanto taglia i contributi affitto da 320 a 10 milioni l'anno e dichiara guerra alle timide regole toscane su Airbnb, perdendo pure alla Consulta.
Il governo dei padroni ha ridotto i requisiti edilizi rendendo "abitabili" 20 metri quadrati. Vogliono rinchiuderci in gabbie mentre loro si spartiscono palazzi interi.
È ora di lottare
Compagni, la casa è un diritto, non una merce. Come insegnava Gramsci, solo l'organizzazione popolare può spezzare le catene del capitale. È tempo di occupazioni, di lotte nei quartieri, di sindacalismo militante contro la speculazione.
La classe operaia deve riprendersi le città. Basta con Airbnb, basta con gli sfratti, basta con la rendita parassitaria. La rivoluzione passa anche dalle case del popolo, dalla solidarietà tra oppressi, dalla lotta senza quartiere contro chi ci vuole schiavi.
Il futuro è nostro, dobbiamo solo prenderlo.