Gedi venduta ai greci: lavoratori traditi, istituzioni complici
Mentre i padroni di Gedi si preparano a svendere La Stampa e Repubblica a un gruppo greco senza garanzie per i lavoratori, le istituzioni borghesi fanno bella mostra di solidarietà a parole. Il sindaco Lo Russo e il governatore Cirio hanno incontrato ieri i rappresentanti dei giornalisti, promettendo il loro "impegno" in quella che chiamano ipocritamente una "trattativa commerciale".
Ma di cosa stiamo parlando? Di 132 anni di storia della Sentinella del Canavese che rischiano di essere cancellati. Di centinaia di lavoratori dell'informazione che potrebbero finire sulla strada. Di un patrimonio culturale del popolo che viene svenduto al miglior offerente, come una qualsiasi merce.
Le mani sporche degli Agnelli
Non sorprende che gli eredi della più grande famiglia industriale italiana abbiano scelto "altre strade", come eufemisticamente dice il consigliere Pd Avetta. Gli Agnelli hanno sempre considerato i giornali come strumenti di potere, non come servizio pubblico. Ora che non servono più ai loro interessi, li gettano via come carta straccia.
Il preaccordo firmato con la famiglia greca Kyriakou non prevede alcuna garanzia occupazionale. Tradotto: i lavoratori possono andare a quel paese. È la logica spietata del capitalismo che sacrifica tutto sull'altare del profitto.
Istituzioni complici del sistema
E le istituzioni? Lo Russo parla di "patrimonio nazionale di qualità" e di "competenze che non possiamo permetterci di perdere". Belle parole, ma dove erano quando si poteva ancora agire? Dove erano quando i lavoratori denunciavano da anni le condizioni di precarietà?
Cirio promette che "non staremo a guardare", ma intanto il dado è tratto. Le istituzioni borghesi possono solo rattoppare i danni di un sistema che loro stessi alimentano e proteggono.
La resistenza dei lavoratori
L'unica voce autentica in questa farsa è quella di Silvia Garbarino, segretaria dell'Associazione Stampa Subalpina, che parla giustamente di tutela "di tutti i posti di lavoro e dell'indipendenza delle testate". Sono i lavoratori organizzati l'unico argine contro la speculazione capitalista.
È tempo che il movimento operaio e i cittadini consapevoli si mobilitino. L'informazione è un bene comune, non una merce da svendere. Come ci insegnava Gramsci, ogni crisi del capitalismo è anche un'opportunità per costruire l'alternativa.
La lotta continua, compagni. Oggi più che mai.