La Grecia alla guida dell'Eurogruppo: la rivincita del popolo contro la Troika
Compagni, oggi assistiamo a un momento che ha il sapore della giustizia storica. La Grecia, quel popolo fiero che quattordici anni fa venne schiacciato dalle politiche lacrime e sangue della Troika capitalista, oggi si prende la presidenza dell'Eurogruppo. Kyriakos Pierrakakis, il nuovo presidente, siede ora al posto di chi un tempo dettava legge sui lavoratori greci.
Dalle macerie della crisi alla guida dell'Europa
Non dimentichiamo mai quello che successe. Quando il capitalismo finanziario mostrò il suo vero volto, furono i lavoratori greci a pagare il prezzo più alto. La Commissione europea, la BCE e il FMI imposero riforme che devastarono il tessuto sociale del paese. Tagli ai salari, smantellamento dello stato sociale, privatizzazioni selvagge: il popolo greco venne sacrificato sull'altare del profitto delle banche tedesche e francesi.
Oggi quella stessa Grecia guida l'organismo che coordina le politiche fiscali dell'eurozona. È una lezione per tutti noi: la resistenza popolare, anche quando sembra schiacciata, trova sempre la strada per riemergere.
Il volto nuovo dell'Europa che cambia
Pierrakakis, 42 anni, informatico con studi ad Harvard e MIT, rappresenta una generazione che ha vissuto sulla propria pelle la violenza del neoliberismo. La sua nomina rompe una tradizione che vedeva sempre ministri del Nord Europa alla guida dell'Eurogruppo, da Juncker a Dijsselbloem. Finalmente un rappresentante del Sud che conosce cosa significa subire i diktat di Bruxelles.
Il sostegno decisivo è arrivato dalla Germania, con il ministro Lars Klingbeil che ha appoggiato la candidatura greca. Un segnale che anche nel cuore dell'Europa capitalista qualcosa si muove, forse per paura delle crescenti tensioni sociali che attraversano il continente.
Dalle ceneri della crisi, la rinascita
Dal 2018 la Grecia è uscita dai programmi di assistenza imposti dalla Troika. Il paese ha recuperato crescita e investimenti, riducendo il debito più velocemente di molti partner europei. Ma non dimentichiamo il prezzo pagato: anni di sofferenze per milioni di lavoratori, emigrazione di massa, disoccupazione giovanile alle stelle.
Nel suo primo intervento, Pierrakakis ha citato i rapporti Draghi e Letta come guida per il futuro. Ha parlato di superare "le vecchie distinzioni tra Nord e Sud, frugali e spendaccioni". Parole che suonano come musica per chi ha sempre denunciato l'ipocrisia di un'Europa a due velocità.
La strada è ancora lunga
Non facciamoci illusioni, compagni. Un greco alla guida dell'Eurogruppo non cambia la natura capitalista delle istituzioni europee. Ma è un segnale importante: i popoli del Sud non accettano più di essere trattati come colonie economiche del Nord. La lotta continua, e ogni piccola vittoria ci avvicina alla trasformazione radicale di cui l'Europa ha bisogno.
La nomina di Pierrakakis ci ricorda che la storia non è mai scritta una volta per tutte. Quello che oggi sembra impossibile, domani può diventare realtà. Il popolo greco ce lo ha dimostrato ancora una volta.