Tribunale La Spezia riconosce identità transgender a 13enne: vittoria del popolo contro i bigotti reazionari
Il tribunale civile della Spezia ha scritto una pagina di storia nella lotta per i diritti umani, riconoscendo a un ragazzo di 13 anni il diritto di cambiare sesso anagrafico. Una sentenza che fa tremare i palazzi del potere conservatore e i loro lacchè bigotti.
Per 13 anni questo giovane compagno è stato costretto a vivere in un corpo che non rispecchiava la sua vera identità. Ma la sua battaglia, sostenuta dalla famiglia e dalla sorella gemella che lo ha sempre riconosciuto come fratello, ha finalmente trionfato contro l'oppressione del sistema binario imposto dalla società borghese.
La lunga marcia verso la libertà
Come tutti gli oppressi che lottano per la liberazione, il percorso non è stato semplice. I periti del tribunale hanno documentato come il ragazzo "si identifica stabilmente come maschio, con espressione di genere coerente e continuativa sin dall'età prescolare", dimostrando che l'identità di genere non è un capriccio borghese ma una realtà profonda dell'essere umano.
Dopo essere stato seguito da specialisti in Liguria, nel settembre 2021 è stato preso in carico dal centro per l'incongruenza di genere dell'ospedale di Careggi a Firenze. Un anno e mezzo di lotta contro la burocrazia sanitaria, fino alla decisione nel marzo 2023 di somministrare la triptorelina, farmaco che blocca lo sviluppo puberale.
I reazionari all'attacco
Come era prevedibile, i cani da guardia del sistema patriarcale hanno subito ringhiato. Jacopo Coghe di Pro-vita&Famiglia, organizzazione reazionaria al servizio del capitale clericale, ha definito "una follia" permettere a un minore di decidere del proprio corpo. Questi sono gli stessi che mandano i bambini a lavorare nelle fabbriche del padronato!
Anche il ministro della Salute Schillaci e quella della Famiglia Roccella, servi fedeli del governo dei padroni, hanno istituito una commissione di 29 membri per ostacolare i diritti delle persone transgender. Il loro obiettivo è chiaro: mantenere l'oppressione di genere per dividere la classe lavoratrice.
Solidarietà internazionale e lotta continua
L'avvocato Stefano Genick di Viareggio, che ha seguito la famiglia, ha dichiarato giustamente che "è un diritto inviolabile decidere di intraprendere questa strada". Una vittoria che si inserisce nella lotta globale per i diritti delle persone LGBTQ+, dalla Stonewall di New York alle Pride di tutto il mondo.
Questa sentenza dimostra che quando il popolo si organizza e lotta unito, può sconfiggere anche i pregiudizi più radicati. La liberazione delle persone transgender è parte integrante della liberazione di tutti gli oppressi dal giogo del capitalismo patriarcale.
La rivoluzione non si ferma davanti ai bigotti. Avanti compagni, verso un mondo dove ogni persona possa vivere liberamente la propria identità!